venerdì 18 dicembre 2015

Il blocco dello scrittore... mai più

https://openclipart.org/detail/202691/out-of-my-mind-2

Oggi parliamo di questa cosa gravissima che colpisce apparentemente tutti e di cui io non riesco a farmi una ragione.
Questa cosa gravissima, questa pandemia che colpisce senza pietà ha un nome:
Blocco della scrittore!


Ha molti nomi in realtà, blocco dello scrittore è solo uno dei nomi possibili, si chiama anche sindrome della pagina bianca, incapacità di iniziare/proseguire mancanza di ispirazione e via dicendo.
La caratteristica buffa è che sembra una delle cose più gravi e più comuni che possa colpire uno scrittore.
Se fate una ricerca su google o sul vostro motore di ricerca preferito, e lo cercate in inglese, writer’s block, trovate milioni di pagine e articoli che ne parlano. Se fate la ricerca in italiano trovate decine di migliaia di articoli al riguardo.


Io non sono molto d’accordo, anzi, non sono d’accordo per nulla.

Una cosa è la non voglia di scrivere, una cosa è la procrastinazione, quello è il mio problema principale, una cosa è non avere in mente nulla di concreto e quindi, di nuovo, non avere tanta voglia di scrivere.
Io non riesco a credere che esista una cosa così grave come il blocco dello scrittore. questa cosa che ti prende e ti impedisce di scrivere. No, se sei uno scrittore la tua vita è scrivere. se sei uno scrittore che vuole diventare un professionista. Distinguiamo sempre fra professionista e hobbista ovviamente.


Per darmi un tono di professionalità vi dico che non sono il solo a pensarla in questo modo.
Ad esempio uno dei professionisti nel campo della scrittura che seguo con attenzione dice questo:
There's no such thing as writer's block!
Only lack of motivation!
Non c’è una cosa come il blocco dello scrittore!
E’ solo mancanza di motivazione


Potete sentirlo dalle sue stesse parole in questo video dal minuto 2:02
(la pagina originale è qui)


Oggettivamente però, siccome ne parlano tanti allora diventa la verità, un problema vero e reale.


Anche se non credo a questa cosa, con essa bisogna confrontarsi prima o poi.
Ecco allora che nascono tecniche su tecniche per affrontarla e vincerla.
Io stesso ne insegno alcune a chi si rivolge a me come coach tecnico.


Parecchi degli scrittori che ho seguito nel corso degli anni mi hanno raccontato di aver avuto questo problema, alcuni hanno richiesto una mia consulenza per farsi aiutare con questo problema.
le tecniche, vi ricordo che basta cercare su internet, sono centinaia.


Con questo articolo, voglio darvi uno strumento diverso dal solito.


Uno strumento che apparentemente non ha nulla da fare con con il blocco dello scrittore ma de facto vi mette nella condizione di non doverne mai e poi mai soffrire.
Di cosa si tratta?


Si tratta di prendere una abitudine, un metodo, una forma mentis che vi permette di agire.
Una abitudine che crea un vostro spazio di scrittura dove entrare in un altro luogo/mondo.


Stiamo parlando di qualcosa di diverso dal blocco dello scrittore, non affrontiamo più il solo concetto di blocco ma l’approccio stesso alla scrittura.


Qual è dunque questo metodo?


Lo possiamo chiamare, definire... biblioteca.
https://openclipart.org/detail/10213/carnegie-library-building


Già.
Avete capito bene e credo molti abbiano anche capito dove voglio andare a parare


Il sistema è, riducendolo all’osso: Andare a scrivere in biblioteca.


Attenzione!


Vorrei proporvi un altro punto di vista, un’ altra visione del concetto.


Se vi si chiede cosa deve fare uno scrittore per essere uno scrittore vero, completo cosa rispondete?
Banalmente che deve scrivere.
Semplice e lineare.


Oggi non basta, non più.


Il secolo scorso, due secoli, fa, forse (non è vero, non credeteci), era sufficiente scrivere.


Si scriveva il proprio libro, lo si presentava ad un editore (meglio se qualcuno ci presentava ad un editore), se piaceva all’editore questi lo faceva editare, lo pubblicava e allo scrittore giungeva la fama e i soldi ad essa connessi.


Tutto bello e facile… purtroppo è anche una leggenda metropolitana ma questa è un’altra storia.


Oggi non è più così, non è più così almeno dagli anni 70 del secolo scorso.


Qui in Italia c’è un po di resistenza ma c’è poco da fare.


Lo scrittore oggi non solo deve scrivere, deve partecipare, farsi conoscere, creare una sua piattaforma sociale… la famosa piattaforma sociale.
Che cos’è una piattaforma sociale lo vedremo in un altro articolo.


Quello che conta ora è puntualizzare come lo scrittore deve essere in grado di vivere e partecipare nel e del suo ambiente.


In realtà un vero autore dovrebbe essere in grado di creare il suo ambiente… ed è quello che vorrei aiutarvi a fare.
Sembra una cosa banale ma non lo è affatto.


Ovviamente uno dei sistemi più ovvi e più efficaci è quello di essere presente nei luoghi della scrittura.


Quali sono i luoghi della scrittura?
Tipicamente le fiere del libro, le librerie, le videoteche, le scuole e via dicendo.


Le fiere sono un ottimo punto per farsi conoscere e creare rete ma sono anche rappresentate dal caos, dalla fatica, dalla gente, dalla grande quantità di gente. Quasi  impossibile scrivere quando si è in una fiera. E’ già difficile parlare con le persone figuriamoci scrivere.


La stessa situazione si trova nelle librerie, la libreria è un posto meraviglioso ma non si va per scrivere, si va per incontrare le persone, per promuovere i propri prodotti, per creare rete, per costruire la propria piattaforma sociale.
Difficilmente si può stare in una libreria e fare i fatti propri, quantomeno non per periodi lunghi. Inoltre una libreria è un luogo commerciale, questo significa che ci sono altre esigenze e altri tempi ben diversi da quelli della scrittura.


Lo stesso vale per le scuole, a meno che non si sia degli insegnati non si può andare in una scuola, mettersi in un angolo e scrivere... neppure gli insegnanti dovrebbero farlo a meno che non sia la correzione dei compiti.
Al più lo si può fare durante un incontro con gli alunni o per qualche altro motivo molto specifico e limitato nel tempo.
Inoltre la presenza di una persona fuori contesto creerebbe problemi di gestione al personale e potrebbe disturbare le lezioni.


Ecco che invece, per le biblioteche è l’esatto opposto.
La biblioteca è il luogo ideale dove poter andare, sedersi, tirare fuori il proprio device, sia esso un pc portatile, un tablet, volendo carta e penna, e creare un tipo molto particolare di piattaforma sociale.


Sembra un controsenso. In biblioteca si va per leggere, per consultare, per fare ricerca mica per scrivere… sicuri?
Nelle biblioteche c’è tranquillità, si può leggere, si può scrivere e, perché no, si può anche parlare.


Quando si viene riconosciuti come scrittori, quando si ottiene il ruolo di scrittori, le persone iniziano a chiedere consiglio, i bibliotecari iniziano a vedervi, a considerarvi un elemento prezioso e dopo poco vi indicheranno ai lettori dicendo “ah, guardi, lì c’è anche uno scrittore”.


Ottenere questo status, questa investitura, da una carica, una energia che non potete trovare in altri luoghi, non in questa forma.


In una libreria uno scrittore presenta le proprie opere.
In una fiera uno scrittore fa rete, conosce altri scrittori e editori.
In una biblioteca lo scrittore fa ricerca.


In una libreria siete un prodotto, una parte del marketing.
Alle fiere siete un contorno agli altri professionisti.
In una biblioteca uno scrittore è un elemento particolare, è il creatore delle storie che tutti stanno cercando.
Voi siete i portatori e i creatori della magia, voi avete l’aura dello scrittore… siete magici.


Le persone vi guardano con rispetto, con curiosità, con stima, qualcuna con invidia.


E’ una cosa completamente diversa da tutto quanto abbiate mai provato.


Ovviamente tutto questo non accadrà il primo giorno e non accadrà per caso, ci vorrà qualche settimana o mese, dovrete vincere la vostra ritrosia e la vostra timidezza ma siete nel luogo giusto per farlo.



Passiamo quindi alla pratica, alle regole di ingaggio, le norme di base.


Come scegliere la biblioteca.


1° regola, non legatevi ad una sola biblioteca.
Frequentatene di più, tutte quelle che potete.
Sceglietene  una come riferimento ma non fossilizzatevi.
Diciamo che per l’80% del tempo potete andate nella stessa e il 20% cambiate, a rotazione volendo.


Quale scegliere.
C’è un unico modo per scegliere la biblioteca ideale: Scegliete quella più comoda per voi.
Non esiste un’altra regola.


Prendetevi una mezza giornata,una giornata, un fine settimana per stilare un elenco delle biblioteche della vostra città, per visitarle, guardarle, anche solo da fuori, e decidete quali vi piacciono (a naso, esteticamente, per la gente che vedete entrare e uscire, per gli orari), poi decidete quali sono ideali per voi.


Tipicamente sono quelle più vicine, o quelle più facilmente raggiungibili con i mezzi (pubblici o meno) o quelle che in qualche modo vi aiutano maggiormente a gestire il vostro tempo.


Ad esempio qualche anno fa avevo uno scrittore che aveva scelto una biblioteca nella città vicina alla sua. Lui abita in un paese di medie dimensioni, nel suo paese ci sono due biblioteche, ciononostante due volte alla settimana andava a scrivere nella biblioteca della città vicina.
Molto banalmente è il paese dove abitano i suoi genitori, quindi lui uscendo dal lavoro, andava in biblioteca, aveva fatto amicizia con la bibliotecaria che gli teneva la borsa del lavoro, andava a cena dai genitori, salutava e andava a passare un paio di ore in biblioteca. Molto fortunato perché la biblioteca chiude la sera alle 23. Infine tornava a casa e andava a dormire pronto per una nuova giornata di lavoro.


Questo è un esempio; tipicamente la biblioteca ideale è quella più comoda a casa o al luogo di lavoro.


Non importa quale sia, l’importante è che andiate in biblioteca.


La prima volta arrivate e dite semplicemente buongiorno, salutate, vi presentate e dite “Io sono uno scrittore e vorrei sapere dove posso sedermi, dove vi è più comodo, per scrivere. Avrei da fare alcune ricerche e mi farebbe piacere farlo qui.”


In questo modo avete costruito il primo gradino della vostra piattaforma sociale in biblioteca e non vi siete comportati da asociali cafoni (caratteristica tipica degli scrittori timidi).


Non vi serve nient’altro.


Vi daranno tutte le indicazioni del caso, vi sedete, prendete posto e iniziate il vostro lavoro.


Cosa potrebbe essere ancora necessario?


Quasi sicuramente nulla, dovete solo lavorare!


Scoprirete che poco tempo dopo, a voi sarà riservato lo stesso spazio, sempre, come se aveste prenotato… magia della biblioteca.
Se poi andate negli stessi giorni ancora meglio.



Quali vantaggi vi può dare un comportamento come questo?


Innanzitutto il fatto che qualcuno vi riconosce come scrittore, senza se e senza ma.


Voi siete uno scrittore e siete lì per fare delle ricerche. Quello è il vostro ruolo, quello è il vostro compito e nessuno metterà mai in dubbio questa cosa, neppure voi.


In secondo luogo, se mai dovesse esserci un momento in cui non sapete cosa scrivere, non vi dovete preoccupare, vi alzate, prendete un libro, un fumetto, quello che volete e lo leggete.


Questo è un vantaggio non da poco.


Il concetto di blocco dello scrittore (la più grande delle maledizioni) si trasforma in “sto facendo ricerca” o in “sto cercando l’ispirazione” o potete semplicemente guardarvi intorno e scrivere quello che vedete, non c’entra nulla con il vostro prodotto ma è sicuramente divertente.
Oppure, ancora, potreste scrivere un racconto da lasciare in biblioteca.


Vi sono moltissime possibilità, moltissime opzioni che potete sfruttare e, senza nessuno sforzo, vedere sparire dalla vostra vita due dei problemi apparentemente fondamentali ma in realtà molto banali, degli scrittori


Il blocco dello scrittore che non ha ragione di esistere
Il dubbio che voi siate scrittori. gli altri sanno che voi siete scrittori quindi voi siete scrittori.


Basta. Basta domande, basta dubbi, voi siete esattamente questo: Scrittori al lavoro!


Ora smettete di perdere tempo e mettetevi a lavorare!


Avete scelto la biblioteca? Come?
Avete dei dubbi in proposito?
I commenti sono a vostra disposizione, risponderò il prima possibile.

1 commento:

  1. Mmmh. Sto applicando il metodo Goins. Nessuno mi deve dire che sono uno scrittore. Non ce n'è bisogno.

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